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Quali sono i veleni più letali per l’uomo?

Scopri i veleni più letali per l'uomo, da botulino e cianuro a polonio-210 e tetradotossina, e come agiscono sul corpo umano. Informazioni dettagliate sui rischi e gli effetti.

di SapereOra
2 Settembre 2024
in Curiosità, LifeStyle, Primo Piano
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Quali sono i veleni più letali per l’uomo?

L’essere umano ha da sempre avuto una relazione ambivalente con le sostanze velenose. Dalla medicina all’omicidio, i veleni sono stati utilizzati in molteplici contesti, alcuni dei quali sono decisamente letali. Ma quali sono i veleni più pericolosi conosciuti dall’uomo?

Botulino: il veleno più potente al mondo

Il botulino è considerato il veleno più letale conosciuto dall’uomo. Si tratta di una neurotossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, responsabile del botulismo, una malattia rara ma estremamente pericolosa. Anche una quantità minuscola di questo veleno può causare paralisi e morte, agendo direttamente sul sistema nervoso e bloccando i segnali tra i nervi e i muscoli.

Il botulino è così potente che una dose di soli 2 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo può essere fatale per un adulto. Viene utilizzato in dosi controllate nella medicina estetica (il noto Botox), ma la sua pericolosità non può essere sottovalutata. L’avvelenamento da botulino può avvenire attraverso il consumo di alimenti contaminati, ferite infette o, in rari casi, inalazione di spore in ambiente ospedaliero.

Ricina: il veleno dei semi di ricino

La ricina è una delle tossine vegetali più potenti, derivata dai semi della pianta di ricino (Ricinus communis). Anche se i semi di ricino sono comunemente usati per produrre olio di ricino, che è sicuro e ha vari usi medicinali, la ricina, che rimane nel residuo della spremitura dei semi, è estremamente tossica.

L’ingestione, l’inalazione o l’iniezione di ricina può portare alla morte entro poche ore, a seconda della dose. I sintomi includono nausea, vomito, diarrea e insufficienza multiorgano. Non esiste un antidoto specifico per la ricina, rendendo la prevenzione dell’esposizione fondamentale.

Cianuro: il veleno istantaneo

Il cianuro è uno dei veleni più noti per la sua rapidità d’azione. È una sostanza chimica altamente tossica che può essere trovata in diverse forme, come il cianuro di sodio e il cianuro di potassio. Anche il gas di cianuro di idrogeno è letale se inalato.

Il cianuro agisce impedendo alle cellule del corpo di utilizzare l’ossigeno, portando rapidamente a un arresto respiratorio e cardiaco. L’avvelenamento da cianuro può avvenire attraverso l’ingestione, l’inalazione o l’assorbimento cutaneo. La morte può sopraggiungere in pochi minuti se non si interviene immediatamente con un antidoto, come il nitrito di sodio o il tiosolfato di sodio.

Curaro: il veleno dei dardi avvelenati

Il curaro è un veleno che deriva da diverse piante del genere Strychnos e Chondrodendron, utilizzato tradizionalmente dalle popolazioni indigene dell’Amazzonia per avvelenare le punte dei dardi da caccia. Il suo effetto è paralizzante: blocca la trasmissione dei segnali nervosi ai muscoli, causando la paralisi muscolare e, in dosi elevate, l’arresto respiratorio.

Pur essendo letale, il curaro ha trovato un uso in medicina, in particolare come miorilassante durante interventi chirurgici, ovviamente in dosi controllate e sotto stretto monitoraggio medico. Tuttavia, la sua origine e il suo utilizzo come veleno lo rendono uno dei più famosi della storia.

Polonio-210: il veleno radioattivo

Il polonio-210 è una sostanza radioattiva estremamente tossica, resa tristemente celebre dall’avvelenamento dell’ex agente russo Alexander Litvinenko nel 2006. Anche una quantità microscopica di polonio-210 può essere letale, poiché emette radiazioni alfa che, se ingerite o inalate, causano gravi danni cellulari e portano rapidamente alla morte.

Il polonio-210 non è facilmente accessibile, ed è questo che lo rende particolarmente insidioso: il suo uso è stato principalmente legato ad atti di avvelenamento premeditato. Una volta nel corpo, provoca un avvelenamento sistemico che si manifesta con sintomi simil-influenzali, seguiti da insufficienza multiorgano.

Tetradotossina: il veleno del pesce palla

La tetradotossina è una neurotossina potentissima trovata in diversi animali marini, tra cui il noto pesce palla (Fugu), alcune rane e il polpo dagli anelli blu. Questa tossina blocca i canali del sodio nelle cellule nervose, impedendo la trasmissione dei segnali nervosi.

L’avvelenamento da tetradotossina è estremamente grave e può causare paralisi, insufficienza respiratoria e morte. Non esiste un antidoto specifico, e il trattamento consiste nel supporto vitale fino a quando la tossina non viene eliminata dal corpo. Nonostante il rischio, il pesce palla è considerato una prelibatezza in Giappone, dove solo chef altamente qualificati sono autorizzati a prepararlo.

Amatossina: il veleno dei funghi mortali

Le amatossine sono un gruppo di tossine presenti in alcuni funghi mortali, come l’amanita falloide, conosciuta anche come cappello della morte. Queste tossine sono estremamente pericolose perché bloccano l’RNA polimerasi, un enzima essenziale per la sintesi proteica, portando rapidamente alla morte cellulare.

I sintomi dell’avvelenamento da amatossine iniziano solitamente con nausea, vomito e diarrea, seguiti da un’apparente ripresa, ma entro 48 ore si sviluppa un’insufficienza epatica acuta. L’unico trattamento possibile, oltre al trapianto di fegato, è il supporto medico intensivo.

Sarin: il gas nervino

Il sarin è un agente nervino estremamente tossico sviluppato come arma chimica. È un liquido incolore e inodore che può evaporare rapidamente in un gas e, se inalato o assorbito attraverso la pelle, agisce inibendo l’enzima acetilcolinesterasi, causando un sovraccarico delle funzioni muscolari e ghiandolari.

Anche una piccola quantità di sarin può essere fatale entro minuti. I sintomi includono convulsioni, paralisi, insufficienza respiratoria e morte. Il sarin è tristemente noto per essere stato utilizzato in attacchi terroristici, come quello nella metropolitana di Tokyo nel 1995.

Strychnina: il veleno dei gialli

La strychnina è un alcaloide vegetale estratto dai semi della pianta Strychnos nux-vomica. Famoso per essere stato usato in molti romanzi gialli, questo veleno provoca convulsioni muscolari estremamente dolorose, seguite da morte per asfissia a causa della paralisi dei muscoli respiratori.

Anche se è stato usato come pesticida, la strychnina è così tossica che l’esposizione accidentale o l’avvelenamento intenzionale possono portare rapidamente alla morte. Il trattamento è difficile e richiede cure mediche immediate per tentare di ridurre gli effetti delle convulsioni.

Aconitina: il veleno del lupo

L’aconitina è una tossina estremamente potente che si trova in diverse specie di piante del genere Aconitum, comunemente conosciute come aconito o strozzalupo. Questa sostanza ha un’azione veloce e letale, causando paralisi muscolare, aritmie cardiache e, infine, morte per arresto cardiaco.

Storicamente, l’aconitina è stata utilizzata per avvelenare frecce e dardi, ma il suo uso si è esteso anche a omicidi e suicidi. L’avvelenamento può avvenire tramite ingestione o contatto con la pelle. A causa della sua elevata tossicità, l’aconitina è uno dei veleni naturali più temuti.

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Fonte: ChatGPT 4o
Tag: aconitinaamatossinabotulinocianurocuraropolonio-210ricinasarinstrychninatetradotossinaveleni letaliveleno
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